martedì 15 marzo 2011

Arrivederci....o addio?

Scrivo questo ultimo articoletto, per chiudere il mio blog.
Sia chiaro che continuo a vedere padellate di film, e parlarne è sempre una delle attività che preferisco, ma parlare significa confrontarsi, discutere.
In questo blog, come nel precedente, ho notato la quasi totale assenza di commenti, se non esclusivamente dei miei amici, con cui preferisco parlare direttamente di persona.
Pertanto, chiudo per assenza di interlocutore, e chissà che un giorno, magari qualcosa potrebbe cambiare.

Ciao

venerdì 7 gennaio 2011

La Banda dei Babbi Natale

Tra tutti i cinepanettoni che ci propongono ogni Natale, ho scelto quello che ovviamente mi sembrava più adatto alle persone che non hanno subito una lobotomia (vedi trailer "Natale in Sud Africa" e\o "A Natale mi sposo" per capire). Suppongo di non dovervi spiegare chi sono Aldo Giovanni e Giacomo, e di conseguenza non dovervi consigliare di vedere i loro primi tre film che considererei ormai parte integrante della storia del cinema comico italiano.
Purtroppo, però, sono anni che oramai i tre non riescono più a proporre qualcosa di originale, ma soprattutto di realmente comico. Alla fine anche "La leggenda di Al, John e Jack", il loro quarto film, aveva alcuni spunti comici notevoli, ma dopo c'è stato un vuoto impressionante, tanto da dover portare anche spettacoli teatrali al cinema (Anplagghed); tutto fa pensare alla fine di una comicità genuina, che era quella iniziale dei tre, a favore di una comicità troppo costruita, e soprattutto assolutamente malriuscita.
Quello che ho notato è l'assenza di spontaneità che invece caratterizzava le prime battute del trio, rendendoli unici e soprattutto universalmente apprezzabili.
Quest'ultima "fatica" di Paolo Genovese, narra di tre improbabili amici, impegnati in tre altrettanto improbabili vite, che dopo una serie di poco credibili vicissitudini, si trovano nella condizione di essere scambiati per una banda di malfattori.
Il risultato finale è un film che sotto il piano puramente tecnico e artistico, fa veramente pena, senza alcuna riserva; le battute sono tiratissime, e il soggetto è quantomeno trito e ritrito, tanto da risultare in alcuni casi inappropriato.
Detto ciò, per quanto mi riguarda, credo che per una serata natalizia il film vada più che bene; io l'ho visto con una coppia di amici, e quello che ho notato è stata la sensazione di tranquillo buonumore che ci ha accompagnati fuori dal cinema.

GIUDIZIO FINALE
Voto 6/10 Film mal realizzato e poco credibile, ma secondo me ogni film ha un suo fine ed un suo scopo. Quello che secondo me aveva questo, era dare agli spettatori una piacevole serata nell'agglomerato di malinconiche sensazioni di cui sono piene le serate di festività natalizie, e la sufficienza data al film,  è il frutto del fine emotivo perfettamente raggiunto.

lunedì 3 gennaio 2011

La prima cosa bella - Dvd

Ho una sfilza di film da commentare, ma purtroppo a causa del tempo, sono un attimino lontano dal mio blog.
Questo film è il candidato italiano ai prossimi Academy Awards, che però non è ancora entrato nei cinque finalisti, ma incuriosito da ciò, e spinto dall'interesse della mia ragazza, ho deciso di vederlo.
Partiamo dal presupposto che apprezzo lo stile di Virzì sin da Ovosodo, un film che mi colpì particolarmente per la sua semplicissima bellezza.
"La prima cosa bella" è un film che mi ha profondamente colpito, e al giorno d'oggi è molto difficile che un film ci tocchi realmente interiormente; la storia è incentrata sul rapporto tra madre e figlio, con una serie di vicissitudini che a mio avviso sono dei ricami ben tessuti, intorno a quello che è realmente il fulcro su cui fa leva il regista.
Micaela Ramazzotti oltre ad essere di una bellezza abbagliante, si è dimostrata una eccellente attrice, sapendo interpretare un personaggio tutt'altro che semplice; sarebbe, però, ingiusto parlare solo "dell'attrice di copertina", quando in realtà Virzì è riuscito a mettere su, un gruppo di attori bravissimi, credibili ed intonati con quella che è a mio avviso una sinfonia italiana perfettamente riuscita.
La storia mi ha denudato emotivamente, lasciandomi con la mia inappropriata scialuppa interiore in balia delle immense onde fatte delle mie innumerevoli paure e insicurezze, spazzate per anni dalla rassicurante figura di mia madre.
Non è la storia di per sé che colpisce, nonostante sia molto più che interessante, ma la forza del film non la si vede, la si percepisce; mi sembra come una sorta di messaggio subliminale che l'occhio non avverte, ma che in realtà ci mette in subbuglio interiormente.
Ovvio che questa è stata la mia personalissima interpretazione ed esperienza del film, ma vi garantisco che indubbiamente non può lasciarvi indifferenti.
Potrei parlare per ore delle varie sfaccettature che, a mio avviso, fanno di questo film un capolavoro, ma non mi va di togliervi il gusto di scoprire la storia, e vivere incondizionatamente la vostra personalissima esperienza.

GIUDIZIO FINALE
Voto 8/10  E' stata una splendida sofferenza. Vedere la Sandrelli con una parrucca ed un paio di occhiali impersonare una morente madre, e notare una impressionante somiglianza alla mia di madre, nel mio caso, ha  sicuramente ha amplificato l'impatto emotivo. Mi sono sentito così scosso soltanto con Big Fish, anche se in quel caso i singhiozzi sono stati maggiori. In ogni caso, parlando esclusivamente sotto un punto di vista tecnico, voglio sottolineare quanto Virzì stia dando alla nostra nazione una lezione di Cinema, con la "C" volutamente maiuscola. Perchè non ci vogliono milioni di euro o idee particolarmente complesse, per fare film lineari e coerenti, che raggiungono il cuore della gente.

domenica 26 dicembre 2010

A Christmas Carol - Blu Ray

Chi non ha mai sentito parlare di Scrooge? Mi sono imbattuto per la prima volta in questa storia da bambino, con il film d'animazione "Canto di Natale di Topolino", una rivisitazione in chiave Disney del classico di Dickens.
Indimenticabile fu anche S.O.S. Fantasmi, con protagonista Bill Murray, che impersonava uno Scrooge in chiave moderna, alleggerendo notevolmente la storia, con l'aggiunta presentava molteplici spunti comici.
Infine veniamo a questo "Canto di Natale", probabilmente il più impegnativo sotto il piano della realizzazione, ma allo stesso tempo anche il più classico, in quanto mi è sembrato il più fedele fino in fondo alla prima stesura del romanzo, tanto da risultare a tratti pesante.
La qualità delle immagini e la mimica facciale è sorprendente, e l'idea di utilizzare come base per alcuni personaggi attori in carne ed ossa, risulta vincente, anche se non completamente apprezzabile.
Sconsiglio la visione con i bambini, perchè alcune scene risultano inevitabilmente spaventose, in particolar modo il primo fantasma, quello del socio di Scrooge, fa impressione; o meglio, l'ha fatta a me, figuriamoci ad un bambino.

GIUDIZIO FINALE
Voto 7/10 E' un bel classico da mettere nella nostra personale raccolta privata. Anche se i personaggi sono poco "affascinanti" in ogni caso la storia è molto appassionante, anche per chi l'ha già vista.
Da vedere categoricamente per chi non ha mai vissuto l'esperienza dei tre natali spettrali.

giovedì 16 dicembre 2010

Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni

Nel cinema, attorniato da signorotti dall'orologio importante e il Borsalino da duecento e passa euro posato sulle gambe accavallate, mi sentivo un attimino fuori posto, ma allo stesso tempo nutrivo la sensazione di stare per assistere ad un qualcosa di difficilmente comprensibile per noi uomini comuni dal cappello poco costoso e dall'orologio privo di meccanismo pregiato.
Woody Allen, un regista sinonimo di intellettualità, che con un cast come sempre impressionante, mette in scena una sorta di tragi-commedia, all'insegna dell'amore infelice, e dell'errore umano.
Una sorta di sofisticato "Ultimo bacio", che vuole a tutti i costi rivolgersi ad un pubblico elevato, ma che a mio parere, mette a nudo quanto determinate categorie umane non abbiano la capacità di vivere la vita in maniera completa e soprattutto genuina.
Mi spiego meglio.
Ridere di gusto ad una battuta chiaramente comica, se pur in alcuni casi scadente nel volgare, non vuol dire necessariamente essere meno sofisticato di chi ride ad una ricercatissima e gustosissima freddura, come quelle viste in questo film.
Io e la mia dolce metà (compagna di mille avventure), ci guardavamo attoniti, alle smodate se pur composte risate dei culi bianchi che ci attorniavano, senza comprendere cosa realmente portasse la mente umana a trovare comiche situazioni grottesche e indubbiamente dal bassissimo potere comico.
Trovo che ridere sia qualcosa di cui ognuno di noi abbia una vitale necessità per poter vivere la vita in maniera
sana; una risata, metaforicamente,  è come una scarica di defibrillatore per un moribondo, ci da la forza di vivere sino alla successiva scossa, e così fino alla fine della nostra esistenza, quando ormai le risate sono finite e restano solo le amarezze.
Tutto questo preambolo obiettivamente c'entra poco con il film, lo ammetto, ma mi ha fatto comprendere, solo guardandomi attorno, quanto la gente sia attratta da ciò che crede adatto al proprio stile, senza domandarsi se tutto ciò sia realmente meritevole o di essere oggettivamente apprezzabile.
Odiando i film in cui si esaspera l'aspetto contorto dei sentimenti umani, e si narrino gli amori esclusivamente fatti di urla e tradimenti, non credo di dover fare un'eccezione per questo titolo, mosso da timori reverenziali nei confronti di un regista che non mi rappresenta.
Se il film fosse stato girato in Italia, con attori mediocri e il solito regista preconfezionato, probabilmente questa pagina del mio blog non sarebbe nemmeno stata scritta; allo stesso modo, però, non me la sento di dare un valore più alto di quello che darei ad uno squallidissimo e sicuramente scontato filmetto prestampato a cui il nostro cinema ci ha abituato nell'ultimo decennio.

GIUDIZIO FINALE
Voto 4/10 Con il cast di questo film si poteva dare vita ad un capolavoro.
E' come essere l'allenatore di una squadra di fenomeni e non essere capace nemmeno di portare a casa il Trofeo Birra Moretti. Allen indubbiamente non appartiene alla casta di registi ed autori da cui la mia mente è maggiormente attratta, ma non si può criticare qualcuno di cui non si conosce completamente il modo di lavorare e la varietà di temi trattati. Pertanto, anche con il rischio di sentirmi dare dell'incompetente, scelgo di essere franco, e di dire che questo film, a mio parere, è una cagata pazzesca.
Seguono 92 minuti di applausi.          

Lords of Dogtown - DVD

Dopo averne sentito parlare più e più volte dai miei amici, ho deciso di vedere questo film dal cast importante, che narra l'evoluzione dello skate, sino alla disciplina che poi è divenuta l'essenza del "cool" fino ad oggi.
La storia non è altro che una sequela di eventi che ci portano dal "punto A" al "punto B", tutti romanzati il giusto, senza strafare, in modo da rendere la storia apprezzabile, ma indubbiamente non indimenticabile.
Diciamo che per un amante del genere, ma soprattutto dello skateboarding, è paragonabile all'Alì di Michael Mann per gli amanti del pugilato, bello, ma non universalmente apprezzabile.
Personalmente credo che mi abbia un attimino colto impreparato, proprio a causa della mia ignoranza nei confronti di tale disciplina.
Per un patito, sentire nomi come Alva e Peralta, avrà indubbiamente fatto un effetto differente da quello subito dal sottoscritto.
In ogni caso il film scende liscio come una rotella ben calibrata, e non può che risultare gradevole a qualsiasi palato.

GIUDIZIO FINALE
Voto 6,5/10 C'è chi lo definirebbe un film dal sapore estivo, per citare fonti impegnative, io non ho provato la stessa sensazione, ma è un parere ovviamente estremamente soggettivo. Guardatelo se siete patiti della disciplina, ma anche se siete delle figure mitologiche metà uomini e metà divano, indubbiamente non vi farà male guardarlo.

lunedì 13 dicembre 2010

Codice Magnum - DVD

Ci sono cose che nella vita si possono guardare occhio razionale, e privi di qualsiasi coinvolgimento emotivo, dare un giudizio obiettivo di ciò che abbiamo visto; ci sono volte, invece, in cui il nostro parere è offuscato dai sentimenti, che nel mio caso di cognome fanno Schwarzenegger.
Sono stato figlio unico per sette anni abbondanti, piuttosto solitario, e nella mia crescita la dose di violenza di cui avevo bisogno era sempre fornita abbondantemente dal buon Arnold.
Ricordo ancora con emozione quasi tutte le battute con cui l'ormai vecchio governatore condiva i suoi innumerevoli omicidi, rendendoli "commestibili" anche ad un pubblico minore (si fa per dire).
Non c'era film senza almeno un omicidio, e non esisteva l'omicidio senza la seguente battuta a tema.
Da "...aveva la pressione alta" in Commando, detta davanti alla propria figlioletta terrorizzata, dopo aver infilato un tubo di ferro in una sorta di cattivissimo Freddie Mercury palestrato, per arrivare alla P. di Joey P. Brenner di quest'ultimo titolo, in cui la "P", a suo dire, stava orgogliosamente per "puttaniere".
Custodivo questo titolo come l'ultimo granello di vita che poteva appartenere alla mia infanzia, perchè data la mia passione, era l'ultimo titolo che mi mancava per completare la mia personalissima cultura "governativa".
Spiegarvi il film ha più o meno lo stesso senso di spiegarvi dove abitate, è la solita storia, e si sa che alla fine Schwarzy ammazza tutti, belli e brutti, con o senza senso, perchè quando hai i muscoli e un M-16, tutto il resto non conta.

GIUDIZIO FINALE
Voto N/P Non posso dare un voto, è come dire se vuoi più bene a mamma o a papà, non esiste una risposta che non scontenti qualcuno dei due, se non dire l'inflazionatissima "a tutti e due". La mia razionalità odierna viene totalmente schiacciata dalle mie sconfinate emozioni per il mio personalissimo McBain (vedi Simpson).
Gli anno passano, il mio viso inizia a diventare adulto, ma io sarò sempre il Danny Madigan di Last Action Hero, alla ricerca del biglietto magico di Houdini, che permette di entrare nei film di Jack Slater.