domenica 26 dicembre 2010

A Christmas Carol - Blu Ray

Chi non ha mai sentito parlare di Scrooge? Mi sono imbattuto per la prima volta in questa storia da bambino, con il film d'animazione "Canto di Natale di Topolino", una rivisitazione in chiave Disney del classico di Dickens.
Indimenticabile fu anche S.O.S. Fantasmi, con protagonista Bill Murray, che impersonava uno Scrooge in chiave moderna, alleggerendo notevolmente la storia, con l'aggiunta presentava molteplici spunti comici.
Infine veniamo a questo "Canto di Natale", probabilmente il più impegnativo sotto il piano della realizzazione, ma allo stesso tempo anche il più classico, in quanto mi è sembrato il più fedele fino in fondo alla prima stesura del romanzo, tanto da risultare a tratti pesante.
La qualità delle immagini e la mimica facciale è sorprendente, e l'idea di utilizzare come base per alcuni personaggi attori in carne ed ossa, risulta vincente, anche se non completamente apprezzabile.
Sconsiglio la visione con i bambini, perchè alcune scene risultano inevitabilmente spaventose, in particolar modo il primo fantasma, quello del socio di Scrooge, fa impressione; o meglio, l'ha fatta a me, figuriamoci ad un bambino.

GIUDIZIO FINALE
Voto 7/10 E' un bel classico da mettere nella nostra personale raccolta privata. Anche se i personaggi sono poco "affascinanti" in ogni caso la storia è molto appassionante, anche per chi l'ha già vista.
Da vedere categoricamente per chi non ha mai vissuto l'esperienza dei tre natali spettrali.

giovedì 16 dicembre 2010

Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni

Nel cinema, attorniato da signorotti dall'orologio importante e il Borsalino da duecento e passa euro posato sulle gambe accavallate, mi sentivo un attimino fuori posto, ma allo stesso tempo nutrivo la sensazione di stare per assistere ad un qualcosa di difficilmente comprensibile per noi uomini comuni dal cappello poco costoso e dall'orologio privo di meccanismo pregiato.
Woody Allen, un regista sinonimo di intellettualità, che con un cast come sempre impressionante, mette in scena una sorta di tragi-commedia, all'insegna dell'amore infelice, e dell'errore umano.
Una sorta di sofisticato "Ultimo bacio", che vuole a tutti i costi rivolgersi ad un pubblico elevato, ma che a mio parere, mette a nudo quanto determinate categorie umane non abbiano la capacità di vivere la vita in maniera completa e soprattutto genuina.
Mi spiego meglio.
Ridere di gusto ad una battuta chiaramente comica, se pur in alcuni casi scadente nel volgare, non vuol dire necessariamente essere meno sofisticato di chi ride ad una ricercatissima e gustosissima freddura, come quelle viste in questo film.
Io e la mia dolce metà (compagna di mille avventure), ci guardavamo attoniti, alle smodate se pur composte risate dei culi bianchi che ci attorniavano, senza comprendere cosa realmente portasse la mente umana a trovare comiche situazioni grottesche e indubbiamente dal bassissimo potere comico.
Trovo che ridere sia qualcosa di cui ognuno di noi abbia una vitale necessità per poter vivere la vita in maniera
sana; una risata, metaforicamente,  è come una scarica di defibrillatore per un moribondo, ci da la forza di vivere sino alla successiva scossa, e così fino alla fine della nostra esistenza, quando ormai le risate sono finite e restano solo le amarezze.
Tutto questo preambolo obiettivamente c'entra poco con il film, lo ammetto, ma mi ha fatto comprendere, solo guardandomi attorno, quanto la gente sia attratta da ciò che crede adatto al proprio stile, senza domandarsi se tutto ciò sia realmente meritevole o di essere oggettivamente apprezzabile.
Odiando i film in cui si esaspera l'aspetto contorto dei sentimenti umani, e si narrino gli amori esclusivamente fatti di urla e tradimenti, non credo di dover fare un'eccezione per questo titolo, mosso da timori reverenziali nei confronti di un regista che non mi rappresenta.
Se il film fosse stato girato in Italia, con attori mediocri e il solito regista preconfezionato, probabilmente questa pagina del mio blog non sarebbe nemmeno stata scritta; allo stesso modo, però, non me la sento di dare un valore più alto di quello che darei ad uno squallidissimo e sicuramente scontato filmetto prestampato a cui il nostro cinema ci ha abituato nell'ultimo decennio.

GIUDIZIO FINALE
Voto 4/10 Con il cast di questo film si poteva dare vita ad un capolavoro.
E' come essere l'allenatore di una squadra di fenomeni e non essere capace nemmeno di portare a casa il Trofeo Birra Moretti. Allen indubbiamente non appartiene alla casta di registi ed autori da cui la mia mente è maggiormente attratta, ma non si può criticare qualcuno di cui non si conosce completamente il modo di lavorare e la varietà di temi trattati. Pertanto, anche con il rischio di sentirmi dare dell'incompetente, scelgo di essere franco, e di dire che questo film, a mio parere, è una cagata pazzesca.
Seguono 92 minuti di applausi.          

Lords of Dogtown - DVD

Dopo averne sentito parlare più e più volte dai miei amici, ho deciso di vedere questo film dal cast importante, che narra l'evoluzione dello skate, sino alla disciplina che poi è divenuta l'essenza del "cool" fino ad oggi.
La storia non è altro che una sequela di eventi che ci portano dal "punto A" al "punto B", tutti romanzati il giusto, senza strafare, in modo da rendere la storia apprezzabile, ma indubbiamente non indimenticabile.
Diciamo che per un amante del genere, ma soprattutto dello skateboarding, è paragonabile all'Alì di Michael Mann per gli amanti del pugilato, bello, ma non universalmente apprezzabile.
Personalmente credo che mi abbia un attimino colto impreparato, proprio a causa della mia ignoranza nei confronti di tale disciplina.
Per un patito, sentire nomi come Alva e Peralta, avrà indubbiamente fatto un effetto differente da quello subito dal sottoscritto.
In ogni caso il film scende liscio come una rotella ben calibrata, e non può che risultare gradevole a qualsiasi palato.

GIUDIZIO FINALE
Voto 6,5/10 C'è chi lo definirebbe un film dal sapore estivo, per citare fonti impegnative, io non ho provato la stessa sensazione, ma è un parere ovviamente estremamente soggettivo. Guardatelo se siete patiti della disciplina, ma anche se siete delle figure mitologiche metà uomini e metà divano, indubbiamente non vi farà male guardarlo.

lunedì 13 dicembre 2010

Codice Magnum - DVD

Ci sono cose che nella vita si possono guardare occhio razionale, e privi di qualsiasi coinvolgimento emotivo, dare un giudizio obiettivo di ciò che abbiamo visto; ci sono volte, invece, in cui il nostro parere è offuscato dai sentimenti, che nel mio caso di cognome fanno Schwarzenegger.
Sono stato figlio unico per sette anni abbondanti, piuttosto solitario, e nella mia crescita la dose di violenza di cui avevo bisogno era sempre fornita abbondantemente dal buon Arnold.
Ricordo ancora con emozione quasi tutte le battute con cui l'ormai vecchio governatore condiva i suoi innumerevoli omicidi, rendendoli "commestibili" anche ad un pubblico minore (si fa per dire).
Non c'era film senza almeno un omicidio, e non esisteva l'omicidio senza la seguente battuta a tema.
Da "...aveva la pressione alta" in Commando, detta davanti alla propria figlioletta terrorizzata, dopo aver infilato un tubo di ferro in una sorta di cattivissimo Freddie Mercury palestrato, per arrivare alla P. di Joey P. Brenner di quest'ultimo titolo, in cui la "P", a suo dire, stava orgogliosamente per "puttaniere".
Custodivo questo titolo come l'ultimo granello di vita che poteva appartenere alla mia infanzia, perchè data la mia passione, era l'ultimo titolo che mi mancava per completare la mia personalissima cultura "governativa".
Spiegarvi il film ha più o meno lo stesso senso di spiegarvi dove abitate, è la solita storia, e si sa che alla fine Schwarzy ammazza tutti, belli e brutti, con o senza senso, perchè quando hai i muscoli e un M-16, tutto il resto non conta.

GIUDIZIO FINALE
Voto N/P Non posso dare un voto, è come dire se vuoi più bene a mamma o a papà, non esiste una risposta che non scontenti qualcuno dei due, se non dire l'inflazionatissima "a tutti e due". La mia razionalità odierna viene totalmente schiacciata dalle mie sconfinate emozioni per il mio personalissimo McBain (vedi Simpson).
Gli anno passano, il mio viso inizia a diventare adulto, ma io sarò sempre il Danny Madigan di Last Action Hero, alla ricerca del biglietto magico di Houdini, che permette di entrare nei film di Jack Slater.

domenica 12 dicembre 2010

Le ali della libertà - Blu Ray Re-VISIONI

Alzi la mano chi non ha visto questo film, e subito dopo esca immediatamente dal mio blog, tornando esclusivamente con la giustificazione dei genitori dopo aver visto in qualunque formato il titolo in questione.
The Shawshank Redemption, incomprensibilmente presentato al pubblico italiano con il titolo alato, è un film del 1994 con Tim Robbins e Morgan Freeman, in cui si narrano le vicende del classico carcere corrotto a cui siamo ormai stati ampiamente abituati dal cinema.
La differenza che sta tra questo capolavoro, e tutti gli altri film di questo genere, è la poesia e la delicatezza con cui Darabont descrive una serie di situazioni drammatiche, facendole sembrare addirittura semplici da digerire; è un po' come prendere la vita a cuor leggero, nonostante intorno ci crolla tutto addosso.
La frase chiave del film, non è la solita frase fatta e impacchettata per il pubblico, piuttosto mi sembra un consiglio universalmente accettabile, di cui ognuno di noi dovrebbe fare tesoro: "la paura ti rende prigioniero, la speranza PUO' renderti libero". Non è una soluzione, ma è un bel consiglio su come impostare il proprio essere e cercare di vivere il proprio passaggio terreno nel miglior modo possibile.
Insomma, non è solo un film, è un inequivocabile messaggio di spème a cui la storia ci avvicina e ci abitua adagio adagio, senza volerci spaccare in due la parte sensibile del nostro animo.
Non so se ve ne siete accorti, ma non ho assolutamente menzionato aspetti tecnici o artistici del film, bensì ho volutamente sottolineato esclusivamente gli aspetti emotivi che rendono indubbiamente questo film un'esperienza unica.

GIUDIZIO FINALE
Voto 9/10 Ormai ho capito che non si potrà mai stilare una classifica universale dei film più belli della storia, perchè non solo ogni film ha un suo genere (e quindi già di suo il concetto di classifica di film è un controsenso), ma io credo che lo stesso film susciti emozioni diametralmente opposte in persone differenti, per cui è possiamo parlare di classifiche puramente soggettive, ma di certo non possiamo aggregare in un pentolone tutto il cinema mondiale ed assegnare una posizione ad ognuno di essi. Questo preambolo mi serve da introduzione per farvi notare che nella classifica di IMdB questo film è al primo posto; probabilmente non è al mio personalissimo primo posto, ma ciò è un'ulteriore conferma della mia tesi per cui è un film da guardare e riguardare all'infinito.

giovedì 9 dicembre 2010

Dragon Trainer - Blu Ray

Chiamatemi immaturo, chiamatemi eterno ragazzino, chiamatemi pure tontolone, ma a me piacciono i film di animazione. Sia chiaro, non prendo per buono qualunque cosa mi venga propinata, anzi! Sono molto selettivo e critico a riguardo, ma quando mi trovo davanti ad una storia piacevole, e una trama apprezzabile anche dai bambini di trent'anni, mi faccio trascinare ben volentieri.
Il bello dell'animazione è che non ci sono limiti all'immaginazione dei creatori; si può raccontare qualunque storia, per quanto assurda possa sembrare, ma i limiti davvero non esistono.
Mi ricordo come se fosse ieri, quando nell'ormai lontano 1995 andai da solo al cinema, a vedere il capostipite del genere, ovvero Toy Story; mi ricordo ancora la sensazione che provai a vedere qualcosa che anche solo dieci anni prima sarebbe stata pura fantascienza. I miei neuroni da nerd tredicenne erano in tilt nel vedere un film totalmente realizzato al computer, in un epoca in cui per me l'Amiga rappresentava il top.
Vedere un lungometraggio del genere, oggi mi da ancora quella sensazione che provavo da ragazzino quando mio padre mi portava al luna park.
Il film è ambientato nella ancestrale società vichinga, in cui gli scontri con i draghi erano all'ordine del giorno, ed il protagonista, una ragazzino alternativo, scopre il lato "sociale" della specie leggendaria vista fino ad allora come qualcosa da combattere senza riserve.
Tanti sono gli spunti comici, e la trama è originale ed universalmente apprezzabile, cioè va indubbiamente bene per vostro figlio\a ma allo stesso modo anche per voi.

GIUDIZIO FINALE
Voto 7,5/10 Una trama piacevole, una storia coinvolgente e non necessariamente scontata, una qualità grafica ed un conseguente impatto visivo impressionante, insomma se anche voi siete dei minchioni cronici come me, non potete farvi sfuggire questo titolo

A Nightmare on Elm Street - Blu Ray

C'era una volta un personaggio che, con il  suo maglioncino a righe e il suo "guanto artigliato", imperversava negli incubi di noi ragazzini degli anni ottanta. 
"Uno due e tre, Freddy arriva e cerca te!"...ancora oggi mi mette i brividi, e le bambine bianchicce che saltellavano la corda, non credo che mi usciranno mai dalla testa (un po' come le gemelline di Shining).
Quest'anno  hanno deciso di proporre un re-boot della saga, cominciando ovviamente dal primo capitolo. Beh, non voglio dilungarmi troppo su ciò che funziona e ciò che non funziona del film, ma vi voglio solo dire che è inevitabile tifare per il cattivo della situazione; le "vittime" sono teenagers che fanno sembrare Freddy un giustiziere buono, piuttosto che un mostro, e semplicemente perchè sono così odiosi da meritare di morire.
Inoltre l'attore che impersona il beneamato Krueger, Jackie Earle Haley, per quanto sia notevolmente apprezzabile, risulta inadatto alla parte in questione, anche solo per gli incompatibili tratti somatici.
Insomma, Robert Englund, se fosse morto, si starebbe a rigirare nella tomba.

GIUDIZIO FINALE
Voto 3/10 Una zzozzeria, per dirla alla maniera di Tomas Milian. Il film non decolla mai, e si aggrappa ad una debolissima trama che non sta in piedi in nessun modo possibile. Il mio voto è stato così "generoso" esclusivamente per gli effetti grafici e per il lavoro dei tecnici, che con l'aspetto artistico c'entrano ben poco.
Badate bene, non sono uno che sdegna i film di questo genere, ma purtroppo è praticamente impossibile trovarne uno ben realizzato al giorno d'oggi.

lunedì 29 novembre 2010

Basilicata Coast to Coast - DVD

Dopo miriadi di elogi, e centinaia di pareri positivi (sia chiaro che sto esagerando....) finalmente ho visto questa "commedia impegnata" del grande Rocco Papaleo.
Il film parla di un gruppo musicale, composto dai quattro protagonisti, che intraprende un viaggio a piedi da un capo all'altro della Basilicata, con lo scopo di prendere parte ad una rassegna musicale.
Il film non è farcito di una vena comica, piuttosto resta sempre sul tema della vita e del suo senso compiuto che spesso viene meno.
Notevole la prestazione di Gassman che impersona uno squallido attore a caccia di successo, e che alza un attimino il livello del film, tenuto a discreti standard da Papaleo, ma che viene notevolmente incrinato dal mediocre Paolo Briguglia e dalla Mezzogiorno, che nonostante sia ormai un'attrice affermata a detta della critica, per me resta sempre una capace solo di urlare e dimenarsi, perchè a mio parere recitare è un'altra cosa.
Il film mi sembra una lettera d'amore nei confronti della propria terra, che Papaleo ha sempre decisamente espresso in più occasioni, con una colonna sonora gradevole ed appropriata, che fa da filo conduttore di tutto il film.
Insomma, per quanto mi riguarda, credo che ci sia stato "tanto rumore per nulla" nel senso che è un film gradevole, ma sicuramente è stato eccessivamente elogiato.

GIUDIZIO FINALE
Voto 5,5/10 E' un film un po' incolore, in cui tutta la storia stenta a decollare, e che tiene lo spettatore in una sorta di comparto separato, evitando di coinvolgerlo nei sentimenti della storia. Indubbiamente non fa ridere, ed è un po' forzato in alcuni momenti.

giovedì 25 novembre 2010

Stanno tutti bene

Da "fan numero uno" di De Niro non potevo perdermi l'ultima sua interpretazione nel remake di Kirk Jones, regista autore di soli tre film (incluso questo), e che come esordio ha donato al mondo "Svegliati Ned", una commedia che indubbiamente consiglio a tutti di guardare.
Everybody's fine, come già detto, è il rifacimento (per non ripetere remake) di un film del 1990 di Peppino Tornatore, interpretato da Mastroianni, che sinceramente non ho avuto il piacere di vedere, ma che presto cercherò di rendere parte del mio bagaglio cinematografico.
Il film racconta di un uomo rimasto vedovo da pochi mesi, che vive nella speranza di poter vedere i suoi quattro figli seduti alla sua tavola, e dopo aver preparato in ogni dettaglio un sontuoso Barbecue, riceve da ognuno di loro una telefonata in cui comunicano la loro assenza.
La mia paura più grande era quella di vedere una storia priva di spunti positivi, immaginandomelo pregno di tristezza e malinconia, e sinceramente non mi sentivo compatibile con tali emozioni, in questo momento.
Invece il film viaggia delicatamente sui sentimenti umani, evidenziandone le insicurezze e le necessità che ognuno di noi possiede nel proprio animo.
Nel modo di approcciare il rapporto con i figli, il protagonista si rende conto di quanto, tante volte, sia sbagliato pretendere troppo da loro, e comprende un concetto che spero divenga di ogni padre e di ogni madre degni di tale nome; in ogni caso, lascio al vostro giudizio e alla vostra comprensione, l'estrazione del succo emotivo del film, e la decisione di fare vostre o meno tali teorie.
E' un film che mi ha decisamente colpito, e che non serve rivedere, perchè già alla prima visione scrive indelebilmente nell'animo di ogni spettatore parole che probabilmente faremo fatica a dimenticare.

GIUDIZIO FINALE
Voto 7,5/10 Tiratevi dietro i vostri genitori e costringeteli a condividere questa esperienza con voi. Servirà a capire che ciò che spesso date per scontato è prezioso, ed è fondamentale capirlo per tempo, visto che abbiamo una vita sola da spendere.
Ragionate e soffermatevi su di voi, utilizzando il film prevalentemente come spunto per riflettere sulla vostra identità, e su chi e su cosa realmente merita di essere il centro della vostra esistenza.

mercoledì 24 novembre 2010

Saw 3D - Il capitolo finale

Partiamo dal presupposto che io possiedo, da quasi un anno ormai, la tessera "Grande Cinema 3" con cui vedo un film a settimana.
Venerdì scorso, complice l'uscita di "El Riporter", ed altre paccottiglie natalizie, purtroppo sono stato costretto a subirmi questo abominio, a causa degli orari assurdi per gli altri titoli interessanti.
Volevo vedere questo film soltanto perchè fino ad ora non ho mai realmente apprezzato gli effetti in 3D, ma devo   inevitabilmente confermare che tale tecnologia è attualmente scadente e poco migliorabile con i problemi burocratici legati alle norme igienico-sanitarie per ora vigenti.
Credo che a parte un pezzetto di intestino e due\tre goccioline di sangue nella sigla iniziale, per il resto del film si poteva tranquillamente fare a meno degli occhialini, proprio perchè il 3D era veramente inesistente.
Detto ciò, devo premettere che avevo visto soltanto i primi due capitoli della saga, e non mi avevano nemmeno convinto particolarmente, ma credendo di vedere un film con una trama autonoma, mi sono invece trovato ad affrontare una sorta di prosecuzione ed epilogo dei capitoli precedenti.
Vedendo razionalmente il tutto, stiamo parlando di qualcosa di oggettivamente scadente, con effetti degni di un B-movie di bassissimo livello, condito da una recitazione paragonabile ad una soap opera, ed una storia che fa acqua da qualunque parte.
Questo tizio ha strumentazioni ed aggeggi che richiederebbero un intera industria siderurgica dedicata ad ogni malatissimo trabocchetto. Sensori di movimento, sensori vocali, forni e fucine pronti all'uso, ma dai, onestamente, come si può credere che possa essere minimamente realistico? Dove li trova i soldi, ma soprattutto come fa  a costruire delle cose incredibilmente complesse?
Complessivamente, sommando recitazione trama ed effetti, senza mezzi termini e senza offendere nessuno, definirei il risultato una chiavica colossale.

GIUDIZIO FINALE
Voto 1/10 E' qualcosa di così scadente, che a parole è troppo difficile da spiegare. Dopo soli quindici minuti di film, ho iniziato un'opera di convincimento nei confronti della mia ragazza per andare via, ma lei per punirmi e per principio, mi ha costretto a vederlo per intero. Voi che potete scegliere, scegliete di vivere, ed evitatelo come evitereste la cacca di un cane sul marciapiede.

Unstoppable - Fuori Controllo

Come mi piace sempre dire in questi casi, "Quando non si hanno aspettative, non si può rimanere delusi", ed è con questo spirito che mi sono approcciato ad Unstoppable, film del sempreverde Tony Scott, con il grande Denzel, e l'astro nascente Chris Pine, già notato in Smokin' Aces e in Star Trek di J.J. Abrams.
Il film è tratto da una storia vera, e narra la singolare vicenda di un treno che per una serie di assurde coincidenze, resta senza conducente, e viaggia a tutta velocità verso una preannunciata catastrofe.
Il ritmo è piacevole, senza eccessi di nessun tipo, ma allo stesso tempo senza nemmeno una vera e propria trama degna di meritare un lungometraggio.
Sinceramente la storia sarebbe stata adatta più ad un cortometraggio invece che ad un film di tale entità.
E' come se Scott stia piano piano passando dalla sponda di vari Bruckheimer, e ponga la base dei suoi film sull'adrenalina e sugli effetti visivi, piuttosto che sulla trama e sulla corretta composizione della storia.

GIUDIZIO FINALE
Voto 5,5/10 L'ho visto giovedì sera, e già faccio fatica a ricordare la serie di eventi che riempiono lo spazio tra l'inizio e la fine del film. Vederlo o non vederlo non farà una grossa differenza nella vostra esistenza. Se ve lo passano, guardatelo, ma di sicuro non spendeteci dei soldi.

giovedì 18 novembre 2010

Il caso Thomas Crawford - DVD

Inspiegabilmente distribuito con questo titolo, mentre in realtà sarebbe letteralmente "Frattura", ma che sarebbe tranquillamente potuto rimanere Fracture; questo film è un Thriller giuridico non incredibilmente originale, ma sicuramente non scontato e piacevole.
La storia narra del classico delitto passionale, in cui un ottimo Hopkins si destreggia in maniera saggia e competente, in uno scontro dall'imprevedibile esito con il rampante Ryan Gosling.
Il ritmo non è eccessivamente incalzante, ma è piacevole per tutta la durata del film, con un unico reale colpo di scena, poco prevedibile e abbastanza semplice ed efficace.
Non stiamo parlando di un capolavoro, sia chiaro, ma è il tipico film che lasciamo su uno scaffale a prendere polvere senza mai guardarlo perchè "non ci ispira", quando in realtà merita più attenzione di tante porcherie che invece guardiamo più a cuor leggero.

GIUDIZIO FINALE
Voto 6,5/10 Un buon thriller di Gregory Hoblit, già regista di ottimi film come "Schegge di Paura" e "Sotto corte marziale". Tenete questo titolo  in considerazione perchè può farvi trascorrere un'ottima serata, magari in compagnia della vostra metà, senza lasciarvi alcuna delusione, poichè probabilmente non avete alcuna aspettativa.

La Vita è bella - Re-VISIONI

Quando ho deciso di parlarvi dei film già visti, ma soprattutto dei film oggettivamente belli, non ho fatto i conti con un concetto difficile da evitare: l'ovvio.
Perchè non ci vuole uno come me, o un critico, o un esperto di cinema per sottolineare quanto questo sia da considerare alla pari di un quadro di Leonardo.
Come spieghereste a qualcuno quanto è bella la Gioconda?O meglio, sarebbe necessario stare a sottolineare quanto mozzafiato sia la visione del Colosseo?
Sono concetti scontati, "che ve lo dico a fare", è inutile dire che la terra è rotonda e che La vita è bella è un'esperienza cinematografica unica.
La domanda che mi pongo è una soltanto: come può venire in mente ad un essere pensante di fare un film con una spiccata vena comica, sullo sterminio degli ebrei?
Per carità, lungi da me classificare in altro modo un film indubbiamente drammatico, ma è inevitabile pensare che sia solo la genialità, a poter dare vita ad un'idea simile.
E' la conferma che come nascono pochi Einstein, così pochi sono i Benigni che abbiamo la fortuna di vedere all'opera durante il nostro breve breve sguardo sulla storia dell'umanità.
Lo sketch del traduttore poi, è  un paradosso incredibile se pensiamo che ci viene da ridere quando in realtà ci stanno raccontando di come tanta gente è stata sterminata, probabilmente nemmeno Totò sarebbe arrivato a tanto.
Spiccano in questo film altri due Oscar, oltre ovviamente a quello come migliore film straniero, quello per l'interpretazione come miglior attore protagonista e quello come miglior colonna sonora drammatica, cosa che soltanto i sordi e i ciechi non possono vivere ed esserne estasiati.

GIUDIZIO FINALE
Voto 9,5/10 IMDb pone questo titolo al 74mo posto, collocato tra The Prestige e Toro Scatenato; sinceramente mi sento di dire che come tutte le classifiche, a questo punto anche questa è poco attendibile. Nella mia personale Top Ten, questo titolo è incluso senza alcun dubbio, ma soprattutto ponetevi due domande: quanti film sull'olocausto rivedreste volentieri? E la Vita è bella, avreste voglia di rivederlo?

Daybreakers, l'utlimo vampiro - Blu Ray

L'anno scorso, per chi come me è un cliente abituale dei multisala The Space (ex Medusa), il mio cinema era tappezzato con loghi e manifesti di questo film.
Nel cast oltre all'insipido Ethan Hawke, c'è il grande Willem Dafoe, attore ormai relegato a film di serie minore.
Da quando è sorta la mania dei vampiri, complice la pessima saga di Tu-hai-l'aids (Twilight), mi sono un attimino discostato dal genere, perchè sono cresciuto con la sacra figura del vampiro cazzuto, e non con il ciuffo emo e la voce effeminata (senza voler muovere alcuna offesa nei confronti di chi ha la vocina gay).
Purtroppo le generazioni attuali ci hanno intaccato anche l'immagine con cui siamo cresciuti del vampiro Lestat De Lioncourt (Intervista con il vampiro) o senza troppi giri di parole il Dracul Vlad (Dracula di Bram Stoker), e perchè no, del vampiro black tutto testosterone visto in Blade.
Tutti i tentativi intermedi di riprendere il tema sono stati spesso resi veramente male, e questo titolo non fa alcuna eccezione.
Hanno ripreso l'idea della discreta serie True Blood (HBO), in cui i vampiri sono alla luce del giorno, più o meno integrati nella società, e hanno farcito questo improbabile film con una produzione da non so quanti milioni di euro, per esprimere concetti triti e ritriti che interessano solo gli splatterofili e i lobotomizzati.
Scontato, prevedibile, noioso, stupido, ridicolo, insomma na' chiavica.

GIUDIZIO FINALE
Voto 3/10 Se fino ad oggi non lo avete mai sentito nominare, non fatevi incuriosire. Se invece lo siete, munitevi di flash, andate in bagno davanti allo specchio, e sparaflesciatevi alla Men in Black, in modo da eliminare ogni ricordo al riguardo.

Non ignorante, ma svogliato.

No, non è un film, ma voglio sottolineare il mio essere. 
Sto scrivendo queste pseudo-recensioni, ed ho notato che c'è parecchia gente che trova interessante la mia passione (sono tutti amici, nessun esterno che si sia ancora fatto vivo).
Volevo spiegarvi che quando trovate periodi tronchi, o ripetizioni ed errori grammaticali imperdonabili, è semplicemente perchè mi annoio a rileggere quello che scrivo di impulso.
Adesso ho riletto e corretto le ultime quattro recensioni, ma se doveste trovare errori assurdi, non pensate che sia sgrammaticato, ma che semplicemente non abbia sempre la voglia di rileggere (certe abitudini non cambiano mai).

Grazie a tutti e mandatemi i vostri pareri e commenti, anche negativi, nella vita non c'è niente di più bello che confrontarsi.

Cià uagnù

Gli amici del bar Margherita - DVD

Devo la "scoperta" di Pupi Avati al mio amico Ciro, che un paio di anni fa mi prestò Regalo di Natale, un film che mi colpì particolarmente.
Avati non fa commedie, ma semplicemente apre degli spiragli sulla vita reale, e quel poco che conosco della sua filmografia mi basta per comprendere quanto sia un'oasi nel deserto creativo italiano attuale.
Non si circonda di grandi attori, ma rende attore anche chi non lo era mai stato, ed è lunghissima la sfilza di gente che adesso di mestiere recita grazie alla fiducia ricevuta da lui.
Proprio con Regalo di Natale, Avati affidò per la prima volta un ruolo drammatico ad Abatantuono che veniva fresco fresco dal "Ras del quartiere", e sappiamo tutti quanto negli anni si sia poi rivelato un ottimo attore.
Questo titolo è colmo di attori affermati e non, ma in ogni caso è ricchissimo di volti noti, magistralmente intrecciati l'uno con l'altro in maniera così perfetta, da far sembrare Laura Chiatti una brava attrice (scherzo, resta una cagna!).
La storia si svolge nell'omonimo bar del centro di Bologna, durante gli anni sessanta, ed è incentrata sui vari personaggi che popolano così frequentemente lo stesso ritrovo, tanto da diventare amici.
La voce narrante è quella del giovane Taddeo, che cerca in ogni modo di entrare a far parte di quella cerchia ristretta, e condivide le sue prime esperienze di vita proprio all'interno di quel bar.
Credo sia notevolmente accentuato quanto l'opera sia autobiografica, e voglia riportare con gli occhi di un diciottenne questa sorta di "Amarcord" così assurdo da risultare totalmente credibile.

GIUDIZIO FINALE
Voto 7/10 E' un film dolceamaro, come mi piace definire questi titoli che impostano la storia come una commedia, trattando però anche temi drammatici della vita di ogni giorno. Conferma la mia impressione che Pupi Avati cerchi sempre di portare un po' di realtà nella nostra vita, generando personaggi veri dal sapore nostalgico.

mercoledì 17 novembre 2010

Zombieland - Blu Ray

Per oggi chiudo con questa recensione, anche se ne dovrei scrivere altre tre ancora, ma sinceramente ne ho scritte quattro di seguito, e l'hobby inizia a divenire impegnativo.
Ieri sera ho visto questo film consigliatomi da un amico con la fissa dell'horror, che apostrofando il film come "bello da Dio" mi ha convinto a procurarmene una copia.
La storia inizia con il protagonista, Jesse Eisenberg (Adventureland. The Social Network), che senza troppi preamboli e giri di parole inizia a spiegare la situazione del mondo quasi completamente in mano agli zombie. Contemporaneamente stila una sorta di prontuario su come rimanere in vita rispettando categoricamente delle regole abbastanza semplici. Nonostante preferisca essere un solitario si imbatte in altri tre bizzarri protagonisti con cui inizia a condividere la macabra esperienza.
Il film nonostante la classica vena splatter, a mio giudizio si colloca nel genere della commedia, perchè il regista, ma soprattutto lo sceneggiatore, fanno in modo che fino alla fine del film gli zombie non facciano paura, ma siano esclusivamente uno spunto, un pretesto, per articolare una storia leggera ma interessante allo stesso tempo. Inoltre un ampio plauso agli effetti visivi e al trucco, molto credibile e ben strutturato in tutto il film.

GIUDIZIO FINALE
Voto 6,5/10 Nel suo genere rappresenta una piacevole sorpresa; potrei definirlo uno splatter-teen movie-commediato. Già il fatto che non esista una categoria ben definita per collocare il titolo significa che è indubbiamente originale. Insomma se non l'avete visto, vedetelo, e vi strapperà qualche sorriso.

Non ci resta che piangere - DVD Re-VISIONI

Seconda Re-Visione della storia del mio blog e casca fagiuolo il titolo quasi omonimo del film.
Era una vita che la mia ragazza mi chiedeva di rivederlo, perchè non se lo ricordava quasi per niente, ma sinceramente non avevo una gran voglia; diciamo che l'ho visto per accontentarla più che per me stesso.
La storia è incentrata sui due protagonisti, di cui credo sia inutile spiegare le capacità e il trascorso cinematografico, che si trovano misteriosamente nel 1492, senza una plausibile spiegazione.
Il resto del film non ha una dinamica ben precisa, ma si incentra particolarmente sugli sketch dei due, scivolando lentamente verso un finale carico di malinconia, diciamo alla Verdone.
Troisi e Benigni sono universalmente apprezzati da chi mastica un pochino di cinema, e in questo film diciamo che mettono in mostra una vena comica semplice e lineare, senza eccessive battutone.
E' come se avessero svolto il loro compitino senza strafare e senza realizzare nessuna perla indelebile, a parte la splendida risposta di Troisi al "Ricordati che devi morire!".

GIUDIZIO FINALE
Voto 6,5/10 Un bel film. Non un capolavoro, nè un film che mi possa cambiare la vita o di cui posso ricordare le battute, sia chiaro. Una chiara commedia all'italiana ben lontana dai cinepanettone squallidissimi a cui ormai siamo abituati. Un modo di fare ridere e sorridere la gente, che ormai probabilmente soltanto in pochi sono capace di riprodurre, in maniere però molto meno edulcorata.

White Noise - DVD

Qualche settimana fa, mi è capitato di vedere un po' di film con Michael Keaton come protagonista. Sinceramente mi è sempre stato pressoché indifferente come attore, ma mentre mi riguardavo per la diciottesima volta Beetlejuice (e non è un numero sparato a caso), mi sono reso conto di quanto Keaton fosse incredibilmente capace, ed allo stesso tempo mi sono chiesto la motivazione della sua assenza nel panorama cinematografico mondiale.
Parlando con un mio amico, mi ha fatto notare questo titolo, che a suo dire era stato distribuito in maniera pessima in Italia (e non faccio fatica a crederci), e che tra l'altro aveva una trama interessante.
Il film comincia con il consueto spaccato sulla vita di una coppia americana di successo e benestante, a cui deve per forza capitare una disgrazia; infatti dopo nemmeno venti minuti di film, la moglie di Keaton muore in maniera piuttosto assurda, e lui sinceramente non sembra nemmeno particolarmente straziato dall'accaduto.
Mi fermo qui con la trama, perchè non voglio "spolilerare"; praticamente il film riporta un bizzarro concetto che probabilmente in pochi conosceranno, l'EVP, ovvero il fenomeno delle voci elettroniche sul quale moltissimi esperti ci vedono un fenomeno paranormale di comunicazione con l'altro mondo.
Il film è sceneggiato in maniera veramente pessima, con un Keaton che recita ben al di sotto delle sue potenzialità, ed una storia che dire incomprensibilmente assurda è veramente un eufemismo.
Peccato, perchè l'idea iniziale di un thriller di questo tipo era molto interessante, soprattutto per gli appassionati del genere.

GIUDIZIO FINALE
Voto 4/10 E' un'accozzaglia di concetti che si tengono insieme con lo sputo; prestandosi a questo tipo di film, Keaton dimostra di essere un attore solo per fini di lucro, e non mi meraviglio se attualmente è fuori dal giro del cinema che conta. Peccato, perchè è veramente capace, e per chi avesse vissuto fino ad oggi in una caverna, e non abbia mai visto Beetlejuice, consiglio subito una abbondante dose per comprendere a pieno la bravura dell'attore.

I Love You, Man - DVD

Per chi come me e la mia ragazza, è un tossicodipendente di "How I met your mother" (E alla fine arriva mamma in Italia) vedere in azione Jason Segel (Marshall Eriksen nella fiction) rappresenta una forma di dolciastro pseudo-metadone da intrattenimento per poter sopravvivere nei mesi che ci separano dalla prossima stagione della serie. Vedendo il film, mi sono reso conto che mai un concetto è stato così lontano dalla realtà.
In questo film comico c'è tutto, tranne che la comicità.
A parte un paio di perle (la postazione da "uomo" e la sboccata) il resto del film è di una piattezza impressionante, tanto che ad un certo punto mi sono veramente annoiato.
La storia poi, è di una assurdo che ci vuole realmente una pazienza celestiale a non rompere il dvd con il martello, con Paul Rudd che sta sfornando delle commedie pessime a iosa, e risulta quasi irritante per quanto sia idiota il suo personaggio.

GIUDIZIO FINALE
Voto 3/10 Lento, scontato e poco credibile, quindi senza fare troppi giri di parole è un film brutto, senza nessuna attenuante. Indubbiamente nella mia vita ho visto di molto peggio, ma non me la sento di assolverlo in nessun modo.

Bright Star - DVD

Probabilmente in molti non sapranno nemmeno di cosa tratta questo titolo presentato a Cannes nel maggio del 2009 ma giunto nelle nostre sale soltanto nel giugno scorso; infatti il film è stato quasi totalmente ignorato dal pubblico, mentre invece ha lasciato una notevole traccia nella critica, che è apparsa entusiasta nei commenti e nelle recensioni.
Mi sono imbattuto in Bright Star spulciando le valutazioni di Ciak, e sono rimasto colpito di quante "stellette" avesse ricevuto questo titolo a me sconosciuto, e ho deciso di "procurarmelo".
La storia narra la vita del poeta romantico John Keats (il titolo del film è tratto dall'omonimo sonetto), e degli ultimi anni della sua vita.
Il cuore del film è totalmente incentrato sulla storia d'amore più importante del poeta, e sull'ispirazione che l'amore stesso può generare in una mente pensante.
Sorvolando sulla trama nello specifico, passiamo alle considerazioni personali.
Non posso parlare di film inguardabile, perchè ci sono stati dei momenti che per la loro completezza e profondità riescono quasi a togliere il fiato; in particolare vi sono delle scene accompagnate dal suono del violoncello che mi hanno particolarmente coinvolto.
Detto questo, per usare una metafora, il film può essere considerato l'unità architettonica che compone una parete.....un mattone, insomma.
Lento, triste e probabilmente parecchio noioso e scontato; insomma è una storia vera di vita reale, indubbiamente, ma come ha detto una volta Groucho Marx "Preferisco leggere o guardare un film....nella vita vera non c'è una trama"; è inevitabile pensare di conseguenza che si debbano fare film su storie reali solo quando queste sono in qualche maniera interessanti e apprezzabili.

GIUDIZIO FINALE
Voto  5,5/10 E' un film che potete guardare quando si risveglia in voi l'animo poetico, se mai ne sarete muniti. Immaginate uno Shakespeare in Love, però ben carico della pesantezza emotiva di The Hours. Insomma i critici "dal culo bianco" devono necessariamente farselo piacere, in un certo modo per tirare fuori il colpo ad effetto nelle conversazioni di un certo livello. Il concetto è lo stesso di un libro di Volo, in cui diceva che  quando una ragazza vuole fare l'alternativa a tutti i costi dice di saper cucinare "un'ottimo risotto alle fragole".
Se volete fare anche voi gli "speciali" guardatelo e poi fate i paraculi con gli amici di un certo livello.

martedì 16 novembre 2010

An Education - DVD

Tanto rumore per nulla. E' così che credo sia il caso di riassumere tutto ciò che penso di questo film. Ne ho visti parecchi in questi giorni che sicuramente troverete nei prossimi giorni, ma essendo appena finito il film in questione preferisco partire dall'ultimo che ho in testa.
Mi incuriosiva molto poichè è stato sceneggiato da Nick Hornby, uno scrittore molto apprezzato autore di altri film oltre che diversi libri di successo.
La storia narra di una studentessa di sedici anni che senza alcuna opposizione da parte dei genitori inizia a frequentare un uomo molto più grande di lei. Proprio per seguire questa traballante relazione, perde di vista gli studi in cui eccelleva fino all'incontro con "l'amore della sua vita".
Non vado oltre nella trama come mio solito, ma sinceramente trovo assolutamente irritante la figura della ragazzina sognatrice, ancorata ad uno scontatissimo sogno di un'essere alternativa nella maniera più convenzionale possibile.
Parliamo di maschilismo e femminismo, ma siamo ancora schiavi di ciò che da sempre fa girare il mondo, e che è l'eterno rincorrersi tra peni e vagine.
Stufo, annoiato e probabilmente anche parecchio scocciato di aver perso novantacinque minuti della mia vita ad ascoltare le stronzate di una ragazzina che vuole fare la donna senza nemmeno conoscere il reale significato di tale parola.

GIUDIZIO FINALE
Voto 4/10 Tanto più grandi sono le aspettative, tanto più bassi saranno i giudizi che accompagneranno tutte le nostre delusioni, e questo titolo non fa eccezione. Osannato dalla critica? Probabilmente non avrò la stessa capacità analitica di un cervellone, ma dato che devo esprimere il mio giudizio, lo espongo sinteticamente con un secco fanculo.

lunedì 15 novembre 2010

Quarto Potere - DVD

Spulciando la Top 250 di IMDb mi sono reso conto che sono molto ignorante sul Cinema che precede il 1970. Per chi non conoscesse la classifica, praticamente si basa sui voti di tutti gli utenti registrati e conferisce un giudizio complessivo tenendo anche conto del numero di votanti per ciascun film; di conseguenza credo che il risultato sia complessivamente un equo giudizio globale sul cinema.
Perciò, da buon appassionato, mi sono stampato la classifica, e con il mio evidenziatore "dalle mille avventure" ho sottolineato tutti i film che fino ad oggi ho avuto la fortuna di vedere, ottenendo così la mia personalissima lista degli esclusi, che ho deciso di iniziare a vedere piano piano.
Guardando i film classici, per quanto ridotto sia il mio bagaglio culturale a riguardo, mi sono reso conto che il cinema, dalla sua invenzione ad oggi ha subito un'evoluzione proporzionale a quella della storia dell'umanità.
Con ciò non voglio dire che il cinema odierno sia migliore di quello del passato, ma vi è una totale differenza di approccio da parte di tutta la giostra che gira intorno ad un film, dal regista fino all'ultima comparsa.
E' prevedibile il motivo, perchè se ci riflettiamo un attimo, la storia del cinema è anche quella porzione di storia dell'umanità che probabilmente ha subito maggiori "colpi di scena", segnando scoperte e invenzioni che ci hanno totalmente trasformati in quello che siamo oggi; e ovviamente è automatico che se noi cambiamo, automaticamente tutto ciò che ci rappresenta muta con noi.
Dopo questo probabilmente noioso preambolo che mi sono permesso di fare, vi illustro brevemente il film.
Quarto Potere (che letteralmente sarebbe stato invece "il cittadino Kane") è un film che narra della vita di un magnate, Charles Foster Kane. Il film si apre con la morte del protagonista, accompagnata da una enigmatica parola pronunciata poco prima di esalare l'ultimo respiro: Rosabella.
Essendo Kane un uomo molto noto, la stampa cerca di venire a conoscenza del significato dell'ultimo messaggio del protagonista, e un giornalista inizia ad indagare scoprendo allo stesso tempo la reale enigmatica psiche di Kane, che indubbiamente andava ben oltre la figura pubblica che si era disegnato.
Ora non sto a raccontare il senso notevolmente simbolico del film, nè voglio andare troppo all'interno della trama, perchè se siete realmente incuriositi starà a voi scoprirla, ma come sempre vi riporto le impressioni che mi ha lasciato, e sinceramente sono molto combattuto.
Per darvi un giudizio vi sono due parti contrastanti di me stesso che lottano per decidere cosa questo film possa rappresentare nella mia vita, e mi rendo conto, che non è un discorso semplice, proprio perchè, come vi avevo accennato nel preambolo, non si può giudicare un film del 1940 con i miei occhi; probabilmente se fossi vissuto in quel periodo, non avrei potuto far altro che tessere lodi e dipingere il film come il miglior film della storia del cinema fino a quel momento.
Perchè sarei ipocrita a dire che è uno dei film più belli che io abbia mai visto, soprattutto perchè in questi settanta anni che ci separano dall'indubbio capolavoro di Welles, vi sono stati film che mi hanno toccato di più il cuore, e che mi hanno realmente cambiato la mia personale top ten.
In ogni caso sarei un'idiota a dire che è un film brutto o noioso, perchè se solo facciamo lo sforzo di rapportare il film al periodo storico in cui è uscito, e alla profonda tematica che fa da filo conduttore di tutto il film, è semplice capire che non vederlo almeno una volta sarebbe un peccato mortale.

GIUDIZIO FINALE
Voto 7,5/10 Se fosse stato a colori, e il doppiaggio fosse stato migliore, non ci saremmo resi conto che gli anni che ci separano dalla creazione di questo film sono moltissimi. Con questo voglio sottolineare quanto il film sia attuale, e quanto sia interessante la tematica emotiva trattata finemente da Welles; insomma se volete iniziare a considerarvi dei conoscitori di Cinema, scrivete "Quarto Potere" nelle cose da vedere.

giovedì 11 novembre 2010

Crazy Heart - DVD

Una pessima distribuzione ed un incredibile ritardo nella vendita del dvd, hanno fatto si che soltanto adesso io abbia avuto la possibilità di guardare questo film. Per chi segue un attimino il cinema, ma soprattutto i suoi dintorni, saprà che la principale attrattiva di questo film è indubbiamente l'interpretazione di Jeff Bridges, che gli ha fruttato l'Oscar come miglior attore protagonista.
Il film probabilmente può non essere universalmente interessante; non è sicuramente un film che può attrarre moltitudini di gente, ma forse in questo ha anche un suo certo fascino. Crazy Heart è la storia di un cantante country ormai al crepuscolo della sua carriera e probabilmente della sua vita. Vive la sua esistenza tra amori facili e discutibili, ampiamente affogati in scadenti scotch che non può addirittura permettersi. Non mi va di andare oltre con la trama, come solitamente sono solito fare, perchè non ha senso raccontare un film, tuttalpiù ha un senso raccontare le emozioni che ci ha lasciato.
Bud Blake inizialmente sembra un Randy The Ram  con la chitarra, (vedi The Wrestler), che cerca di galleggiare in quello che è il tempestoso mare di una vita portata al limite della divina sopportazione; gioca con il suo corpo, gioca con le sue eozioni, sembra non essere capace di affrontare la vita, ma soltanto di essere attraversato da essa.
Sinceramente non riesco ancora a focalizzare cosa precisamente mi ha lasciato come film, ma già il fatto che sia uno spunto per pensarci su, vuol dire che non mi ha assolutamente lasciato indifferente.
Bridges non fa nessuna particolare interpretazione di rilievo, semplicemente continua ad essere quel grande attore che da tempo meritava di essere  premiato. Eastwood tempo fa lo apostrofò come "una mezza calzetta", ma a questo punto, a prescindere dall'Oscar, mi sa che un attimino sia il caso di ripensare alla giusta collocazione del "Drugo" nella storia del cinema.
La cosa che mi ha notevolmente impressionato del film, come è ovvio che sia, sono le reali capacità come muscicisti sia di Farrell che di Bridges. Blake sfiora delicatamente le corde dell'anima di ogni spettatore, regalandoci emozioni che probabilmente non tutti saranno capaci di apprezzare.

GIUDIZIO FINALE
Voto 7,5/10 La storia è molto particolare, e non potrà essere coinvolgente per tutti gli spettatori. In ogni caso,  secondo me per un appassionato di cinema, non può che essere un esempio di come ci si possa emozionare guardando, ma soprattutto ascoltando le proprie emozioni davanti ad un televisore.

mercoledì 10 novembre 2010

Wall Street - Il denaro non dorme mai

Prendete un regista alcolizzato ma pieno di soldi, aggiungete una star sulla rampa di lancio, ed una purtroppo in decadenza; agitate aggiungendo lentamente un capolavoro degli anni ottanta, e quando il tutto sembra prendere forma, iniziate a lanciarvi dentro sentimentalismi, gare in moto, tradimenti, e un po' tutto quello che vi viene in mente. Il risultato è un composto informe, che sicuramente non è "nè carne, nè pesce". Il film inizia con delle ottime premesse, dal cast eccellente, ad un ritmo indubbiamente piacevole per quasi tutto il primo tempo. Dal secondo tempo in poi è come se il regista volesse realizzare più storie, ma senza riuscire realmente nel suo obiettivo primario. La cosa che mi chiedevo mentre vedevo il film era: "...ma non è ancora finito?!?!". Purtroppo, come avevo immaginato nella recensione del primo capitolo, Oliver Stone ha perso la "luccicanza" che l'aveva reso così speciale negli anni ottanta, divenendo un comune fabbricatore di noia. Già dai documentari realizzati dopo lo splendido "Ogni maledetta domenica", si è compreso che la noia aveva completamente inquinato la mente di quest'uomo, e con quest'ultimo film conferma le mie scarse aspettative nei suoi confronti. E' un film che potete vedere anche con un lobotomizzato, senza incappare nel problema di doverglielo spiegare, perchè alla fine l'unico mistero che resta è "il fischio" di Eli Wallach.Voglio anche dire che con un cast formato da attori come Josh Brolin, Carey Mulligan, lo stesso Eli Wallach, Susan Sarandon, Frank Langella e ovviamente Shia LaBeouf e l'ottimo Michael Douglas (anche se lo spirito di Gordon Gekko è praticamente morto nel primo film), era difficile non riuscire a mettere su un capolavoro, ma nemmeno così Stone è riuscito a far girare la pellicola nel verso giusto.
E' un film per tutti, ma potrebbe tranquillamente esserlo per nessuno.

GIUDIZIO FINALE
Voto 5/10 Il voto non può che essere la mediocrità, come mediocre è diventato Stone. Probabilmente meriterebbe anche qualcosa in meno, ma metaforicamente parlando, è come lo studente che in passato ha lavorato duro, e adesso è svogliato: nessun professore gli darebbe meno di cinque.

martedì 9 novembre 2010

Quei bravi ragazzi - Goodfellas Re-VISIONI

Io scrivo sempre con il presupposto che qualcuno mi legga, anche se sinceramente i segni di vita di eventuali lettori sono come i messaggi inviati nello spazio in cerca di vita intelligente: non c'è mai una risposta.
In ogni caso io me ne fotto e continuo a scrivere di ciò che mi piace di più, il cinema.
Su consiglio del mio amico\lettore\socio Ciro, ho deciso di scrivere le mie impressioni anche su film che ho già visto, poichè a me piace rivedere film che magari ho già visto al cinema, o anche una ventina di volte a casa; non importa, se una cosa ci piace non ne avremmo mai abbastanza.
Questo è il caso di questo capolavoro, e non ci voglio io per sottolinearlo. Lo ammetto, probabilmente sono di parte sia perchè adoro Scorsese, e sia perchè probabilmente i gangster movie sono il mio genere preferito, in ogni caso, per chi crede di essere un cinefilo, questo titolo NON DEVE assolutamente mancare nella vostra collezione privata. Ieri sera lo davano su Rete 4, nell'unica cosa valida di quella rete, e cioè i Bellissimi.
Sarà la decima volta che lo vedo, ed è come sempre un'insieme di splendide pennellate che danno vita ad un'indiscutibile opera d'arte. Goodfellas è la vita di un ragazzo che entra in un micromondo criminale, crescendoci dentro e raccontando allo spettatore il mondo della mafia italo-americana e non. Ovvio che fino a prova contraria nessuno può confutare lo spaccato di vita mafiosa narrato da Scorsese, ma a me piace pensare ad un mafioso, munito di lametta, che tra un'estorsione e l'altra, si diletta a tagliare uno spicchio d'aglio confinato in una cella extralusso.
Per quanto riguarda la recitazione, non c'è da dire niente, se ne capite di cinema, vi basterà guardarlo anche senza l'audio, per capire di quale incredibile livello si è raggiunto in questo capolavoro.
La colonna sonora poi è qualcosa che solo ai fan della Pausini non può piacere. Rolling Stones (prevedibile da parte di Scorsese), The Who, The Shangri-las, Muddy Waters, Tony Bennett e tanti altri ancora.
Insomma, ripeto, probabilmente sono di parte, ma alla fine il cinema è soggettività, e possiamo solo discutere di tecnica e di scelte più o meno discutibili, ma, in ogni caso, qui si parla di ottimo cinema, e sfido chiunque ad affermare il contrario.

GIUDIZIO FINALE
Voto 9/10 Se volete vedere un film che merita un applauso al televisore, compratevi una copia di questo capolavoro, scaricatelo, registratelo, fatevelo prestare, ma se non l'avete ancora visto sbrigatevi perchè la vita è breve e non potete non vedere questo pezzetto di pura bellezza.

Wall Street - Blu Ray

La visione "forzata" di questo film nasce dal mio desiderio di vedere il secondo capitolo al cinema. Non nutro una stima eccessiva nei confronti di Oliver Stone, o meglio non fa parte dei miei registi preferiti in assoluto; tutta la mia disapprovazione nasce dagli ultimi titoli del regista, fra tutti "World Trade Center" e "Alexander" dai quali mi aspettavo molto di più di quello che infine ho visto.
Wall street, invece, si va a collocare tra i capolavori di Stone, soprattutto se lo rapportiamo all'anno in cui è uscito; il film apre uno spiraglio sul mondo ancora oggi difficile da comprendere per l'uomo medio, su quello che è il mondo della borsa, ed il giro di azioni lecite ed illecite che ruotano intorno ad esso.
Eccellenti tutti gli attori, dal giovane Charlie Sheen alla "monca" Daryl Hannah, per non parlare dell'ovvia eccellente caratterizzazione del personaggio Gordon Gekko da parte di un eccezionale Michael Douglas.
Con questo film, Stone ha continuato a cavalcare l'onda di capolavori che uno dopo l'altro hanno segnato la storia del cinema mondiale.

GIUDIZIO FINALE
Voto 8/10 Non fate come me, vedetelo il prima possibile, e non vi è una grossa differenza tra dvd, blu ray o DivX, l'importante è che lo vediate, aspettandovi di vedere un film degli anni 80, lineare e ben strutturato, con una trama impegnativa, ma comprensibile con un po' di attenzione extra. Stasera vado a vedere il secondo. Vi farò sapere se è all'altezza del primo.

Maschi contro Femmine

Probabilmente per chi non sa chi io sia, la sequenza di film che fin'ora vi ho propinato, può sembrare frutto dei gusti di uno schizofrenico; voglio sottolineare che a me piacciono i film, ovvio che ho dei generi preferiti, ma ciò non mi impedisce di vedere quello che mi capita, meglio se al cinema, e ancora meglio se con dei biglietti omaggio.
La scelta di vedere questo film è stata mia, ma semplicemente perchè la mia ragazza mi accompagna a vedere qualunque cosa mi piaccia senza mai opporre alcuna resistenza, ed una volta tanto ho voluto vedere qualcosa che probabilmente le sarebbe interessato di più di uno dei "miei film".
Questo film si colloca nella sfilza di commedie che trattano di crisi familiari all'italiana, e non fa alcuna eccezione il titolo di Fausto Brizzi, che per fortuna, farcendo il tutto con notevole comicità, ed alcuni attori di valore (vedi Francesco Pannofino, Paola Cortellesi e perchè no, Fabio De Luigi) riesce a mettere lo spettatore davanti ad un film piacevole anche se alcune volte un attimo scontato o addirittura troppo poco credibile.
Infine voglio sottolineare che Nicolas Vaporidis sta al mestiere dell'attore, come Platinette sta al mestiere dell'indossatrice di periziomi da donna.

GIUDIZIO FINALE
Voto 6/10 Se siete uomini, guardatelo e vi strapperà qualche sorriso (e soprattutto ci saranno due o tre scene che troverete indubbiamente interessanti), e se volete accontentare una volta tanto la vostra metà, giocatevi questa carta, in modo da poter vedere il prossimo film di Dolph Lundgren senza subire lamentele (potete dire "io con te ci sono venuto a vedere Maschi contro femmine").

Cattivissimo Me

Chi mi conosce sa che apprezzo molto i film di animazione, soprattutto se riletti in chiave universale, e non destinati ad un pubblico fanciullesco. Cattivissimo Me si colloca all'incirca tra grandi e piccini, diciamo che tende più verso i ragazzini piuttosto che verso gli adulti.
Indubbiamente la storia, è impostata esclusivamente per strappare sorrisi e addirittura risate, ma molte volte risulta un po' sforzata.
Sicuramente l'esercito di Minions, i nanetti gialli per intenderci, è molto simpatico, per non parlare delle ragazzine che risultano indubbiamente adorabili.
Detto questo, il film non lascia nulla, e credo che già tra una settimana dimenticherò la trama; è incredibile il divario che si è creato tra la Pixar e tutte le altre case produttrici di film d'animazione, Dreamworks compresa.
In ogni caso vederlo non annoierà nessuno, e la sufficienza, per quanto mi riguarda, la merita pienamente.
Infine vorrei sottolineare quanto sia pessimo il doppiaggio di Gru, che in Italia è stato affidato a Max Giusti, che farebbe meglio a fare il suo mestiere, e lasciare ai doppiatori italiani di fare il magistrale lavoro a cui siamo abituati.

GIUDIZIO FINALE
Voto 6/10 Vedetelo, non aspettatevi un capolavoro, ma se vi piace il genere, indubbiamente vi farà trascorrere una piacevole serata. Se volete andare al cinema evitate di vederlo in 3D perchè sono soldi buttati.

giovedì 4 novembre 2010

Gunny - DVD

Dato che molto probabilmente, tutto ciò che scrivo è esclusivamente letto da quei due-tre amici, ho deciso di scrivere delle "recensioni" anche sui film che vedo a casa,  tanto non credo che ci sia qualcuno che mi possa squalificare.
Ieri sera, dopo tanti anni che aspettavo di vedere questo film, mi sono deciso ad inserirlo nel mio datato lettore.
Gunny (titolo originale Heartbreak Ridge) è un film del 1986 prodotto, diretto ed interpretato, da quel Clint Eastwood che oggi ha sbaragliato pubblico e critica con film del calibro di Gran Torino e Million Dollar Baby, ma negli anni ottanta rappresentava lo stereotipo di americano tutto pistola e battute ad effetto. In questo film non viene meno a tale parte, impersonando un segente veterano, che negli ultimi mesi di servizio prima della pensione, viene messo a capo di un gruppo di esploratori dei marines.
Il film ha un ritmo costante, senza mai subire un reale decollo, nemmeno nelle scene più concitate. In compenso, però, questo ritmo è piacevole, adornato di battute notevolmente ad effetto, con una volgarità non da tutti, poichè ben articolata e molto creativa.
Il personaggio di Gunny, non può che affascinare qualsiasi spettatore, anche i più scettici.
Insomma, se avete voglia di un bel film anni ottanta, e di un Clint Eastwood al dente, vedetelo senza neanche pensarci su.

GIUDIZIO FINALE
Voto 7/10 E' un film che ognuno di noi dovrebbe vedere, e se lo rapportiamo agli anni in cui è uscito, può essere considerato ben realizzato. In ogni caso merita indubbiamente la visione, meglio se in compagnia di qualche amico dotato di buona dose di testosterone, proprio per apprezzare le battute che solo noi uomini possiamo valorizzare. 

martedì 2 novembre 2010

Paranormal Activity 2


Parto dal presupposto che questo, a mio avviso, non può essere considerato propriamente un film, e di conseguenza è praticamente impossibile dare un giudizio sulla regia, o su altri fattori che solitamente caratterizzano normalmente una pellicola.
Per chi non avesse visto il primo capitolo, Paranormal Activity è una sorta di documentario, o meglio di falso "documento filmato" che secondo la storia raccontata dall'ideatore e regista Oren Peli, svela una fantomatica attività demoniaca che perseguita una coppia di ragazzi.
In questo secondo capitolo, il regista vuole dare una sorta di spiegazione definitiva riguardo ai fenomeni visti nel primo capitolo, intrecciando le due storie e conferendo al tutto un senso compiuto.
Il risultato però, per quanto mi riguarda, è stato notevolmente noioso, con colpi di scena prevedibili, e tensione praticamente assente.
Sinceramente devo ammettere che avevo apprezzato il primo capitolo, perchè mi era sembrata un'idea originale realizzata con un budget ridotto, proprio a dimostrare che non sono necessarie produzioni multimilionarie per dare vita ad un notevole risultato.

GIUDIZIO FINALE
Voto 4/10 Il film può risultare lievemente interessante solo per chi non ha visto il primo capitolo, che supera di gran lunga questo prodotto fatto esclusivamente per aumentare le già notevoli ricchezze del regista. Se vi è piaciuto The Blair Witch Project, sicuramente non vi dispiacerà questo lontano discepolo.

mercoledì 27 ottobre 2010

Valhalla Rising

Ieri sera, prima di andare a dormire ho deciso di vedere questo film in lingua originale, dato che in Italia non è stato distribuito (ma forse dovrebbe arrivare nel 2011).
Il film è partorito dalla mente di uno dei più promettenti registi del momento, e cioè il danese Nicolas Winding Refn, che purtroppo in Italia è seguito da un pubblico di nicchia a causa soprattutto di un totale disinteresse nei suoi confronti da parte della nostra distribuzione cinematografica, ma torniamo al film.
Oggettivamente parliamo di un titolo che non può piacere alla maggior parte del pubblico; Valhalla Rising narra di un uomo muto, che in qualche modo possiede delle capacità di comunicare attraverso un bambino.
One-Eye (il nome con cui lo chiamano, data la sua peculiare situazione visiva) è un incredibile combattente che sfugge alla prigionia in cui era ridotto da parte di piccole fazioni di vichinghi, e si unisce ad un gruppo di cristiani scandinavi diretti alla Terra Santa portando con se il bambino.
sulla trama nono andrei oltre anche perchè inizia a diventare sempre più simbolica e poco lineare, direi senza sminuire le mie capacità, a tratti incomprensibile. Il film è una sorta di odissea vichinga, carica di significati simbolici, ornati di veramente pochissimi dialoghi che rendono ancora più complessa la comprensione.
La colonna sonora è pressochè assente, e quasi la totalità del film è stata girata in Scozia, conferendo alla fotografia qualcosa di difficile da spiegare, data l'incredibile potenza visiva delle immagini.
Insomma, come ho già accennato, non è un film per tutti; per quanto mi riguarda tutto è stato realizzato in maniera minuziosa, con dei landscapes da far accapponare la pelle per la loro incredibile perfezione, e dei colori fantastici. D'altro canto devo ammettere che la trama è veramente poco chiara, e vi sono momenti quasi di noia.

GIUDIZIO FINALE
Voto 6,5/10  Se guardate il film da un punto di vista tecnico ed estetico, merita forse un dieci, dove Refn è stato un artista, dimostrando tutte le sue capacità di rendere con le immagini; difficile però tralasciare una trama ermetica, che da qualunque prospettiva venga vista, risulta praticamente incomprensibile.

martedì 26 ottobre 2010

Buried - Sepolto

Mi sarebbe piaciuto cominciare con un film da ricordare, mentre invece mi trovo di fronte a qualcosa da dimenticare il più presto possibile; è l'ultimo film che ho visto al cinema, e senza togliervi nessun colpo di scena  (che sarebbe difficile togliervi, dato che sono quasi totalmente assenti) cercherò di darvi il mio imparziale giudizio.
Buried, letteralmente "Sepolto" è stato magnificamente pubblicizzato come un qualcosa di magistrale, magnifico, con un finale incredibile. Il problema della pubblicità in positivo, è che ti carica di aspettativa.
Inserire nel trailer una frase ad effetto come: "Ad Alfred Hitchcock sarebbe piaciuto" è facile e senza senso.....tanto non può dire realmente la sua.
Il protagonista è esclusivamente Ryan Reynolds, che onestamente si è dimostrato un buon attore promettente (vedi Smokin' Aces), indubbiamente non un Depp o un Pitt, ma un discreto interprete in rampa di lancio.
Parlare della recitazione coinvolgente è un commento inutile, perchè è difficile dare un giudizio, data la peculiarità del film. L'azione come saprete si svolge in 90 minuti vissuti totalmente all'interno di una cassa. Con se ha pochi attrezzi che servono più al regista per creare un minimo di trama, che al protagonista per salvarsi.
Devo essere sincero, all'inizio ho vissuto i primi 10 minuti come se fossi lì dentro, è stata una brutta sensazione; al cinema tutto è amplificato, e se hai un minimo di fantasia, ti trovi totalmente immerso in qualunque cosa tu sia impegnato a guardare. Superata l'impasse iniziale il film che tanto era sembrato geniale ed assurdo da immaginare nel trailer, diviene una scontatissima trama di rapimento e riscatto, ma soprattutto islamici cattivi e americani buoni. Insomma il regista alla opera prima Rodrigo Cortès ha centrato l'idea alla grande, perchè sfido chiunque a pensare ad un film ambientato totalmente in una scatola di legno, ma ha totalmente lisciato lo svolgimento; è come quando a scuola il professore ti scriveva il voto sul tema "idee buone ma forma errata".


CONCLUSIONI

Regista: Rodrigo Cortès
E' un regista giovane alla sua opera prima, e come già detto ha bisogno di mettere in ordine le idee, anche se sinceramente, se questa fosse la sua unica possibilità di affermarsi come regista, non credo che il mondo lo rimpiangerebbe.

Attori: Ryan Reynolds
Buona prova del trentaquattrenne di Vancouver, che conferma le buone impressioni che aveva fatto fin'ora, cimentandosi in una prova convincente in un film in cui solo lui merita di essere completamente scagionato dalla disfatta.

GIUDIZIO FINALE
Voto 5/10 Se proprio non avete altro da fare andate a vederlo, ma almeno scegliete di vederlo quando il biglietto è in ridotto.

In qualche modo si deve pur cominciare.


Spesso mi sono interrogato sull'interesse che la gente possa nutrire o meno nei confronti dei blog. La domanda che mi è sempre frullata nella mente è: " Ma scrivo per me o per lasciare qualcosa a qualcuno?"
La risposta è venuta automaticamente da due fattori, e cioè in primo luogo non mi leggeva praticamente nessuno, ma soprattutto lentamente la mia voglia di scrivere fatti di dubbio interesse per il resto del mondo è andata via via scemando. Diciamo che questo è già il mio ultimo tentativo di avvicinamento a questo mondo, prima di metterci su una croce.
Un blog non è altro che un modo per poter esprimere le proprie idee su argomenti di svariata natura, e nel mio caso, mi rendo conto che una delle poche cose di cui realmente mi piace parlare è il cinema.
Inoltre mi rendo conto che non solo mi piace esporre i miei giudizi, ma mi interessa parecchio sapere il parere altrui, traendone spesso spunto per rispolverare titoli improbabili.
Insomma, il mio fine sarà dare i miei pareri spassionati dall'alto della mia smodata passione,  su tutti i film che regolarmente vedo almeno una volta a settimana (ovviamente parlo di cinema), ma anche in home video.
Spero di ricevere commenti, consigli e critiche, sarebbe pur sempre un modo per crescere e per capire soprattutto di essere uno spunto interessante su cui perdere due minuti della propria giornata.
Cià uagnù